L’importanza dell’informazione e del sostegno: storia di Giuliana, di un primo fallimento e un successivo successo

Ho già parlato tempo fa del concetto che allattare non è un atto naturale (qui), ma piuttosto appreso (qui), dei danni che questo comporta (qui), e dell’importanza dell’informarsi bene prima di partorire per evitare problemi in allattamento (qui).
Oggi ho raccolto la storia di una mamma, Giuliana, che ci racconta proprio di questo, leggiamola.

“Il 30 Gennaio del 2017 è iniziata una nuova meravigliosa avventura: la nascita di Diego, il mio secondogenito! Soltanto quattro anni ed un mese prima, esattamente il 30 Dicembre 2012, nasceva il mio piccolo Alessio, il suo fratello maggiore. In entrambi i casi, sono stata una fervente sostenitrice dell’allattamento al seno, conoscendone i benefici a breve e lungo termine nei bambini. Ciò nonostante, l’avvio dell’allattamento fra il primo ed il secondo bambino, sono stati completamente differenti per una serie di fattori.

Il primo fattore è stato l’informazione: una primipara, spesso, non ha la fiducia in sé stessa che dovrebbe avere sempre, essendo una mamma nonché la migliore conoscitrice del proprio bambino e del proprio corpo. Ciò nonostante, dando per scontato che l’allattamento fosse qualcosa di semplice e naturale, non sono venuta a conoscenza, durante la gravidanza, delle corrette informazioni relative all’allattamento. In effetti, non conoscevo nemmeno le varie figure professionali di consulenza che, col senno di poi, ho compreso fossero le uniche in grado di fornire un supporto adeguato in questo percorso.”

Ecco, Giuliana individua subito alla luce della sua esperienza una delle prime cause di difficoltà per le neomamme: la mancanza di informazioni. E anche la seconda: la mancanza di sostegno.

A parte il fatto che purtroppo oggi spesso neanche lo conosciamo davvero il nostro corpo, per il fatto che allattare è diventato un evento raro, e perchè noi donne non viviamo più nel “villaggio”, cioè in una società dove donne di tutte le età condividevano la maggior parte della giornata insieme, lavorando e accudendo i bambini di più età diverse… Chi di noi davvero sapeva prima di avere il primo figlio come sarebbe cambiato il seno in gravidanza o all’arrivo della montata? Per non parlare di cosa succede dopo qualche mese dal parto (leggi qui)… a parte questo, dicevo, la futura mamma si approssima al momento del parto spesso senza sapere davvero niente concretamente di come “funziona” l’allattamento, e cosa aiuta o ostacola le poppate.

Come influisce quindi nella pratica la carenza di informazioni e sostegno sulla puerpera? Continuiamo a leggere cosa ci racconta Giuliana:

“Essendo il mio piccino tenuto sotto la lampada per forte ittero, avevo il permesso di allattarlo soltanto ogni quattro ore e al massimo per quindici minuti. In questi quindici minuti, il mio piccino assonnato e stravolto non riusciva ad attaccarsi bene e a richiedere al seno quanto necessitasse; d’altra parte,non riuscivo neanche a capire quando si attaccasse bene o male, non avendo ricevuto nessuna indicazione in merito, nonostante le mie numerose richieste di aiuto. Il mio bambino veniva pesato dopo ogni poppata, per verificare quanto latte avesse ingerito. Un metodo che, dopo anni, ho capito non essere assolutamente attendibile. Sono stata, dunque, scoraggiata dalle puericultrici e ho concluso la mia degenza somministrando il mio latte attraverso il biberon, appoggiandomi tutto il giorno all’uso del tiralatte.

A causa dell’utilizzo del tiralatte e del fatto che, in ospedale, contro la mia volontà, hanno dato immediatamente il ciuccio al mio primo figlio, ho visto e sentito le ragadi comparire sui miei capezzoli (nota di Martina: le ragadi vengono nella maggior parte dei casi per “errori” nella posizione, attacco o suzione, peggiorati in genere da ciucci e tettarelle), lui era così confuso che non riusciva ad attaccarsi al seno per bene, visto che la sua suzione era compromessa dall’utilizzo di altri supporti. A casa, quindi, è stato estremamente difficile continuare ad allattare, nonostante le mie insistenze. Dopo due mesi scarsi, ho dovuto cedere all’aggiunta di latte artificiale, con mio sommo dispiacere, visti i sacrifici che avevo fatto.”

 

Spesso le neomamme al primo figlio non hanno pratica anche solo nel “maneggiare” un neonato. Anche io all’epoca non sapevo come metterlo al seno! E molte volte hanno paura quasi di “romperlo”, “fargli male”, “dargli fastidio”, o cose simili. Questo spesso rende il posizionamento ed attacco al seno una specie di sessione di wrestling. E se non hai nessuno che ti aiuta in modo competente e tempestivo, facile che la questione diventi ingestibile! Se la soluzione diventa il biberon, mamma e bambino invece di correggere cosa non va e imparare ad allattare, imparano… a dare il biberon!

Nel caso di Giuliana, questo ha portato – come accade a migliaia di mamme – a una interruzione precoce dell’allattamento :(.

Cosa è successo però dopo? Giuliana ha cercato di tirar fuori del buono da questa esperienza negativa, e questo ha fatto la differenza quando è nato il suo secondogenito:

Col secondo figlio, non mi sono fatta trovare impreparata. Durante la gravidanza ho raccolto tutte le informazioni necessarie con il supporto di valide IBCLC e del sito de La Leche League; appena nato ho tenuto perennemente al seno il mio bambino fino all’arrivo della montata lattea. Non abbiamo avuto quindi alcun problema di aggiunte o ragadi.

Il secondo figlio è nato in un ospedale con puericultrici formate per l’allattamento al seno ed ostetriche altrettanto brave. Il rooming in 24 ore ed il contatto pelle a pelle due ore dopo il parto, hanno reso l’avvio dell’allattamento di una semplicità ed una naturalezza che non avrei mai potuto nemmeno immaginare con il primo bambino.

Il mio secondo bambino non ha visto un ciuccio e non ne vedrà, nonostante la nonna scandalizzata e insistente per l’utilizzo di questo strumento. Perché ho capito che, senza interferenze, il bambino si attacca da subito nel modo corretto e senza alcun ostacolo.”

Accidenti che differenza!

La scelta dell’ospedale con personale formato e il rooming in 24 ore su 24 sono – come ci dimostra questa esperienza – due fattori cruciali per il successo dell’avvio dell’allattamento, così come avere acquisito informazioni corrette e creato una rete di sostegno a cui affidarsi immediatamente nel caso di necessità!

Giuliana, alla luce di come hai vissuto questi due allattamenti, cosa vuoi aggiungere come messaggio alle future mamme?

Giuliana: “Fidatevi di voi e dei vostri piccoli: col mio primogenito ero insicura e credevo di non avere abbastanza latte. Adesso so che se lui chiede, il mio corpo produce. Quindi si è creata una sintonia fra il mio seno e la sua richiesta che ha permesso di saziarlo senza avere problemi né sotto il piano fisico che della nutrizione del mio bambino.  Ringrazio Martina Carabetta per il supporto fornitomi nel corso della mia gravidanza e in questi anni fra il primo e il secondo bambino, ringrazio il personale ospedaliero per il rispetto verso la mamma ed il bambino e l’aiuto e il sostegno al parto naturale e all’allattamento al seno. Ringrazio il mio primogenito Alessio per avermi aiutato a capire dove sbagliavo e a permettermi di fornire al suo fratellino tutto ciò che di buono il mio corpo possa dargli. Ringrazio il mio secondogenito Diego per aver collaborato con me per la realizzazione di questo mio sogno!

Vorrei anche aggiungere un’altra cosa importantissima: che il papà riceva lo stesso tipo di informazioni della mamma. Il supporto dei mariti è fondamentale, perché ho visto che tantissimi scoraggiano l’allattamento al seno, convinti di dormire di più o per altri motivi. Stavolta ho informato mio marito quanto me e lui ha preso dei giorni di ferie dal parto per permettermi di concentrarmi solo sull’avvio dell’allattamento e supportarmi giorno e notte, tenendo i parenti a distanza perché consapevole del fatto che occorrono tranquillità e privacy, almeno per i primi tempi.”

 

Grazie Giuliana per la tua testimonianza e per la tua reazione positiva! Spero che siano di incoraggiamento a tante mamme che hanno paura di avere problemi o hanno avuto una brutta esperienza col primo figlio: non deve succede così! La cosa ottimale sarebbe informarsi bene già in gravidanza, ma se non lo hai fatto e sei in difficoltà, corri subito ai ripari! Chiama una consulente, le difficoltà in allattamento si possono superare.

 

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Grazie a Giuliana e alla sua bella famiglia per la bellissima foto 🙂


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