Cosa sono davvero le coliche del lattante?

Le ricerche che sono state fatte in questo campo, monitorando bambini con e senza coliche, hanno mostrato che le coliche non derivano da aria intestinale.

In pratica, i ricercatori hanno trovato che i bambini con le coliche solo a volte hanno anche aria nel pancino, che ci sono bimbi con tanta aria che non hanno però coliche ed altri che soffrono di coliche non avendo aria intestinale.

Se quindi abbiamo rimesso nella giusta prospettiva il discorso dell‘aria nell’intestino, cosa accidenti sono ‘ste coliche? Perché le chiamiamo coliche e diamo per scontato che siano dovute al pancino?

Semplicemente perché quando il bambino ha le coliche, ovvero piange tanto disperatamente e per tanto tempo, si agita e muove in modo scomposto gambe e braccia, tira indietro le gambine, diventa rosso, irrigidisce l’addome.  A volte, a furia di piangere e contrarsi per ore, fa anche tante “puzzette” e pure la cacca: il problema è che si pensa che sia la causa, mentre è l’effetto. Quindi si fa due più due e si incolpa la pancia.

Ma a quell’età, un bambino che ancora non ha il controllo della spina dorsale, dl collo e della testa, se vuole manifestare il suo disagio, che altro può fare?? Solo quello…

Quindi, escluso che questo “pianto inspiegabile e insistente” del neonato dipenda dal suo intestino, cosa sarà mai? Perché che esistano è un fatto, e solo chi non le ha vissute può metterle in dubbio.
Si sono fatte quindi delle osservazioni sul “fenomeno”, e sono emersi dei fatti interessanti.
Intanto chiariamo subito cosa si intende per coliche, perché non sempre si tratta davvero di esse.

La definizione “ufficiale” di coliche dice che il bambino piange in modo intenso e apparentemente inconsolabile per almeno tre ore al giorno,  almeno tre giorni a settimana e per almeno tre settimane di seguito.

Quindi se il vostro bambino ogni tanto piange per venti minuti e poi fa la cacca, non si tratta di coliche ma di gestione del torchio intestinale.

 Generalmente, poi, le vere coliche non arrivano prima delle 2-3 settimane di vita e come già detto nel primo articolo, se il vostro bambino ha solo 10 giorni e piange tanto, la prima cosa che io farei è controllare insieme a una consulente in allattamento se sta poppando correttamente o abbastanza.

Il primo fatto scoperto (oltre all’assenza di un rapporto con l’aria nel pancino)  è che le coliche esistono solo in Occidente.

Nei Paesi in via di sviluppo le mamme non sanno cosa siano. Allora si sono chiesti il perché e scartate tutte le possibili cause a cui si credeva nel passato e dimostrate inesatte, è stata formulata un’ipotesi.
Tradizionalmente i bambini nelle varie culture ed epoche sono sempre stati tenuti addosso, per buona parte della giornata, dalla mamma o da un suo sostituto. Nelle varie popolazioni, sono stati infatti inventati “supporti” di vario genere (fasce, rebozo, mei tai, ecc), per agevolare il “portatore” e permettergli di continuare a svolgere le sue normali attività quotidiane. In questo modo il bambino, che ancora non ha un controllo del suo corpo che gli permetta di muoversi più di tanto da solo, si muove “attraverso” il movimento continuo di chi lo porta.
Pensiamo ora al bambino occidentale.
Il lattante europeo o nordamericano, generalmente, sta una buona parte del suo tempo in un lettino o alternativa rigida e statica: carrozzine, passeggini, sdraiette, palestrine, ovetti, e via dicendo. Spesso la posizione è sulla schiena, sdraiata o semisdraiata, e il campo visivo e di azione è molto limitato.

Cosa succede dopo una intera giornata in tal modo? Il pupo non ne può più.

Ha tanta tensione accumulata che l’unica alternativa che ha per scaricarla è piangere e agitarsi al meglio delle sue (limitate) possibilità.
Una dimostrazione della validità di questa ipotesi è data dall’esperienza di centinaia di genitori che comprano una fascia, iniziano a tenervi il piccolo per buona parte della giornata, e il pianto crolla: sia la sua durata che l’intensità.

Altra osservazione riguarda i bambini più soggetti a soffrire di coliche. I più sfortunati risultano i primogeniti, maschi soprattutto, e quelli nati con qualche difficoltà al parto, prematuri o da gravidanza difficile.
Non è difficile immaginare che per molti di essi -che sono ancora più immaturi di un bimbo a termine-  l‘ambientamento alla vita extrauterina possa essere più faticoso, e manifestarsi con tensioni e pianto prolungato.
Restano i primogeniti, per i quali spesso i genitori si colpevolizzano a causa della propria insicurezza e inesperienza.
Beh, ragazzi, basta con lo sport nazionale del senso di colpa! Per diventare esperti si deve *necessariamente* passare dalla fase precedente!! Come si dice qui, nessuno “nasce imparato”! Anche se inesperti non siete mica diventati improvvisamente cretini! I primogeniti generalmente prosperano lo stesso :).
E poi non è che “tutti” i primogeniti soffrano di coliche: quindi probabilmente ci sono tanti fattori che contribuiscono a creare questo disagio in certi bimbi.

Ci sono alcune cose che puoi provare per alleviare le coliche, ma dobbiamo sempre ricordare che ogni bambino, e mamma, è diverso dagli altri. Per questo suggerisco sempre a ogni mamma di venire a una consulenza per analizzare la situazione a 360 gradi e trovare insieme la strategia giusta per voi due.

 

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