In questo articolo ti ho iniziato a parlare del ciuccio, o succhietto, e del motivo per cui non ha senso dire che allattare a richiesta sia “scambiare il seno – o la mamma! – per un ciuccio”.
Ma l’argomento è molto più complesso di questo, e quindi a tal proposito oggi intervisto Chiara Piscitelli, mamma, logopedista, Dott. Magistrale in Scienze della Riabilitazione e Tutor clinico CdL in Logopedia presso “La Sapienza” Università di Roma, che sarà anche relatrice al prossimo Convegno annuale di Latte & Coccole (il 28 settembre a Roma, tutte le info qui)
Chiara, che ne pensi dell’uso del succhietto dal punto di vista di logopedista e professionista della riabilitazione delle funzioni orali?
“Vorrei fare una premessa, ovvero specificare che parliamo di bambini sani, nati a termine, che non hanno difficoltà nel meccanismo di coordinazione respirazione- suzione- deglutizione.
Quando un neonato è attaccato al seno materno, viene favorito uno sviluppo ottimale delle funzioni orali, stimolando la suzione nutritiva, non nutritiva e la respirazione nasale in maniera adeguata. L’introduzione da parte dell’adulto di tettarelle artificiali, può determinare nel neonato quella che è chiamata “nipple confusion” (confusione col capezzolo), ovvero l’interferenza dello schema di suzione alla tettarella su quello di suzione al seno, a tal punto da generare difficoltà ad attaccarsi al seno, e/o ad estrarre efficacemente il latte, reazioni di rifiuto, dolore ai capezzoli, fino alle ragadi.
La letteratura scientifica attuale, le raccomandazioni internazionali OMS /UNICEF e le linee guida ministeriali italiane, sconsigliano infatti l’uso di tettarelle artificiali e raccomandano l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi proprio perché il loro uso ne condiziona durata ed esclusività.” Read more »