Il bonus latte è un boomerang contro l’allattamento e contro le mamme

In questi giorni è stato approvato un emendamento alla legge di bilancio per il prossimo anno che inaugura un “bonus” di 400 € per l’acquisto della formula per chi “non può allattare”. Ovviamente ho ricevuto subito molti messaggi di chi mi chiedeva cosa ne pensassi…

Spesso le persone pensano che come IBCLC io sia contraria al latte artificiale a prescindere, e di conseguenza anche a dare aiuto economici alle donne che non possono allattare.

In realtà no!

Noi Consulenti in allattamento sappiamo bene che non è vero che “tutte le donne possono allattare”, come ho sintetizzato in questo articolo, dove ho anche spiegato che però la reale percentuale di donne impossibilitate a farlo sono davvero pochissime (c’è una discussione scientifica a riguardo, diciamo per semplificare circa l’1-3% delle donne, ma in realtà probabilmente è anche meno).

La stragrande maggioranza quindi di donne che non riescono ad allattare o hanno/pensano di avere poco latte (come spiego qui), potrebbero farlo se ricevessero l’aiuto corretto e tempestivo al momento giusto. La formula è l’unica scelta se il latte umano non è sufficiente o disponibile per un bambino di età inferiore a un anno, per cui spesso nella mia pratica clinica mi trovo a dover addirittura ribadire ai genitori la necessità che il loro bambino prenda la famosa “aggiunta” in quantità più o meno grande a seconda della situazione, nel frattempo che le strategie che propongo loro facciano effetto e la produzione della mamma aumenti o si ristabilisca.

Ma, proporre la formula a chi non ne ha bisogno, è un intervento dannoso per la mamma e il bambino e il loro allattamento e si dovrebbe fare molta attenzione a indurre una donna a usare il latte artificiale senza necessità o in alternativa ad una azione di recupero dell’allattamento al seno.

Chi si occupa di salute pubblica sia a livello sanitario che politico dovrebbe aver ben chiaro che allattare è un fattore fondamentale di salute da promuovere, come ormai sappiamo senza alcuna ombra di dubbio da decenni ( e ancora non abbastanza visto che periodicamente la Scienza scopre nuove evidenze sui benefici dell’allattamento per il bambino ma anche per la donna che allatta, per non parlare dei benefici per la famiglia, la società e l’ambiente).
Veniamo però da un secolo di cultura del biberon e latte artificiale, e siamo tutti figli di idee come “si cresce benissimo anche con la formula”… questa cultura è stata assorbita da tutti, qualsiasi posizione lavorativa o politica ricopriamo.
Purtroppo  l’Allattamento viene anche studiato poco, è una branca scientifica “povera” ( chi ci guadagna? Chi ci investe sopra? Non certo le case farmaceutiche che piuttosto ci rimettono un sacco di fatturato), ed è estremamente moderno, per cui noi “tecnici del settore” studiamo sempre anche dopo decenni di esperienza (noi IBCLC dobbiamo ricertificarci ogni 5 anni!) altrimenti rimaniamo drammaticamente indietro. Porto sempre come esempio la ricerca che nel 2003 (2003!!) ha smentito l’anatomia del seno che tutti avevamo studiato e che noi formatori insegnavamo agli operatori della salute! Cioè, pensavamo di sapere com’è fatto il corpo umano, ma nel caso della mammella eravamo in errore!

In questo quadro abbastanza sconfortante accade spesso che chi si approccia a questo argomento non sappia cosa davvero promuove l’allattamento e cosa migliora gli esiti di salute, cioè nel caso specifico i tassi di allattamento,  la percentuale di donne che allattano e la durata dell’allattamento, in particolare dell’allattamento esclusivo nei primi sei mesi di vita del bambino, tasso che al momento in Italia è ancora molto sotto gli standard minimi attesi.  Secondo l’ultima indagine Istat (2013) arriva ad allattare esclusivamente al seno a 6 mesi meno di una donna su due, e in questa nota il CIANB rilegge con preoccupazione i dati che sono stati pubblicizzati con eccessiva enfasi positiva: http://www.cianb.it/nota-sulla-rilevazione-istat-gravidanza-parto-e-allattamento-al-seno/.

Ecco allora che se non si conoscono tutte le problematiche legate al tema “allattamento” facilmente si rischia di creare manovre che in realtà non sono a favore ma contro i destinatari della manovra stessa (madri, bambini, famiglie), e contro la salute pubblica e il Bilancio dello Stato. Quei soldi cioè potevano essere spesi meglio, con esiti di salute migliori.
Infatti allattare oltre a portare benefici di salute a breve, medio e lungo termine sia al bambino che alla mamma, è un fattore di risparmio per lo Stato per molti molti milioni di euro l’anno.
L’argomento è estremamente complesso e non riassumibile in un articolo sul web…

Tra l’altro forse il Sen. Sileri, promotore dell’emendamento, non sa che già esiste una norma che prevede la fornitura di formula nelle rarissime controindicazioni assolute ad allattare, e senza il tetto massimo di 400 € (Decreto 17.5.2016 che ha ratificato il DM 8.6.2001).

Questo è il motivo per cui chi si spende da anni nella vera, concreta promozione dell’allattamento in Italia ha subito preso posizione come sto facendo io.  Ad esempio IBFAN (International Breastfeeding Action network), una delle organizzazioni mondiali più autorevoli che si occupa di promozione e protezione dell’ allattamento al seno, che dichiara:

riteniamo che il “bonus latte artificiale” rappresenti un intervento che non si associa a maggiori tassi di allattamento bensì ad una sua riduzione.

E in una lettera inviata al Ministro della Salute e non solo, aggiunge:

Che il “bonus latte artificiale”, così come le donazioni di sostituti del latte materno gratuite, sia nocivo, è nozione assodata per chi si occupa di salute di mamma e bambini. Tanto che le linee guida sull’allattamento in situazioni di emergenza dell’Istituto Superiore di Sanità e quelle del Tavolo Tecnico dell’Allattamento (TAS), riprendendo quanto raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sottolineano l’importanza di non procedere con donazioni di sostituti del latte materno neanche in corso di emergenze, ma di mettere in atto tutti gli interventi a sostegno dell’allattamento. Solo in casi selezionati, quando questo non sia possibile nonostante il sostegno alla donna e la consulenza di personale esperto, si procede alla fornitura di sostituti del latte materno fino al compimento dell’anno di vita del bambino/a, quando questo potrà assumere il normale latte vaccino non modificato (sottolineiamo che non sono sufficienti 400 euro per la fornitura di sostituti del latte materno per tutto il primo anno di vita del bambino). Esperienze numerose e testimonianze raccolte, ad esempio, durante i disastri naturali occorsi nelle Filippine (tifone Yolanda 2013) hanno dimostrato che le donazioni di sostituti del latte materno presentate come azioni filantropiche e aiuti per le persone sfollate, si siano associati a riduzione dei tassi di allattamento, fino ad allora elevati nelle Filippine, e siano state una porta di ingresso per le multinazionali produttrici di sostituti del latte materno.

Mi si potrebbe rispondere che un conto sono le Filippine, un conto l’Italia… Ebbene, questo “esperimento” è stato condotto anche negli USA con un programma governativo di aiuti economici alle famiglie svantaggiate, il WIC, che si è rivelato un disastro per le stesse famiglie, con una riduzione dei tassi di allattamento non assolutamente giustificati da “motivi medici” reali (Joyce T. et al, Reassessing the WIC effect: Evidence from the Pregnancy Nutrition Surveillance System. J Police Anal Manage 2008;27(2):227-303).

Insomma per dirla chiaramente: dare aiuti economici per l’acquisto della formula, ha fatto aumentare il numero di donne che non allattano, donne che sono state indotte a ricorrere alla formula senza essere state invece aiutate ad allattare!

Anche l’Associazione Culturale Pediatri (ACP) ha dichiarato:

Il provvedimento innalza il rischio di diminuire la diffusione dell’allattamento al seno, va contro le indicazioni di tutte le società scientifiche e dell’Oms, ed è in evidente contrasto con lo spirito del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. Se si vuole fare una norma che sia davvero di sostegno alle mamme e ai bambini, si investano risorse per una maggiore tutela del diritto all’allattamento al seno delle donne che lavorano, in particolare per le donne che lavorano al di fuori dei settori che tutelano questo diritto. Ci si preoccupi, piuttosto, di sostenere l’allattamento al seno che è oro colato per il neonato e si dia sostegno, soprattutto nei primi tempi dopo il parto, a tutte le mamme, in modo da poter ridurre le forti diseguaglianze ancora presenti nel nostro Paese.

Quindi ben venga un aiuto economico alle famiglie che DAVVERO non possono allattare ( e come detto sopra  questo già esiste grazie al D. 2013!!) ma attenzione , che siano veramente quelle.

Quindi il problema si sposta su come si diagnosticano o selezionano questi casi.

Perché se una mamma non aiutata tempestivamente nell’immediato post parto (il caso più comune e frequente su cui ci troviamo ad intervenire e correggere) si trova a produrre poco latte quindi ad avere quella che possiamo definire una “ipogalattia iatrogena “ (termine medico che traduco: ho poco latte in questo momento per via proprio degli interventi inopportuni o mancanza di interventi fatti per aiutarmi ad allattare), e la soluzione facile è “meno male che c’è il bonus latte, vai tranquilla e non ti sbattere per ‘sto allattamento “, quella donna sarà danneggiata due volte.
La prima volta perché non è stata adeguatamente aiutata per riuscire ad allattare con successo – diritto di salute sui e del suo bambino -.
La seconda perché invece di proporle un correttivo e provare almeno a recuperare, le verrà proposto un bonus che comunque non coprirà tutti i maggiori costi che lei è la sua famiglia si troveranno a sostenere per il mancato allattamento. Costi che ricadono poi su tutti noi, e  denaro che viene sottratto a manovre molto più utili ed efficaci per la sua salute. 

La mia preoccupazione quindi – come quella dei miei colleghi e di tutti quelli che invece seriamente e con competenza si occupano di accompagnare le donne in questa fase della vita, come spiegato nella sopracitata dichiarazione della ACP – è che questa manovra si traduca in un boomerang per le donne e i bambini che non saranno aiutati ad allattare se verrà proposto loro il bonus ove non davvero necessario, e per lo Stato che avrà una doppia spesa maggiore: per il suddetto bonus e per le maggiori spese sanitarie conseguenti al minore allattamento.

Ci auguriamo allora che lo Stato voglia affrontare più seriamente la promozione dell’allattamento in Italia.

 

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Chi è Martina Carabetta

Consulente Professionale in Allattamento Materno (IBCLC) dal 2002, provengo da una lunga pregressa esperienza personale dal 1993 e di volontariato dal 1998 a sostegno delle mamme che allattano. Fondatrice e Presidente di Latte & Coccole, ho fatto parte di diversi gruppi di lavoro regionali e nazionali per la promozione dell’allattamento materno.  Membro del primo TAS (Tavolo Tecnico per l’Allattamento materno) presso il Ministero della Salute. Ho co-firmato il libretto per la promozione dell’allattamento della Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio distribuito a tutte le mamme della Regione. Ho sviluppato e condotto la prima iniziativa formativa di peer a Roma, nell’ambito del progetto di formazione “Latte di mamma mia”, promosso dall’Assessorato Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù del Comune di Roma, al quale ho collaborato, assieme al Collegio delle Ostetriche di Roma, La Leche League Italia e al centro Nascita Montessori, come formatore e nella progettazione e sviluppo dei materiali didattici. Ho condotto numerosi Corsi di formazione L&C per Mamme di sostegno © presso la sede L&C di Roma, l’associazione “Moms on line” di Ivrea, l’associazione “Mamme Arcobaleno” di Foggia, e gruppi di mamme di diverse località italiane. Sono formatrice nei corsi 20 ore UNICEF di formazione sull’allattamento materno per operatori delle AO come membro del RIFAM (Rete Italiana Formatori Allattamento Materno). Ho prodotto e tenuto più corsi di formazione ed aggiornamento professionale per Operatori della Salute, con rilascio di crediti formativi (ECM e CERPs),  da più di 10 anni. Organizzo convegni dal 2001 sul tema della maternità e dell’allattamento. Relatrice in Convegni e corsi organizzati da enti pubblici e privati. Opero sul territorio romano come IBCLC tramite consulenze domiciliari e in ambulatorio. Come fondatore dell’Associazione LATTE & COCCOLE di Roma, offro occasioni di incontri informativi gratuiti e di corsi nell’ambito della maternità e allattamento, anche in collaborazione con altri professionisti. Promuovo la interdisciplinarietà, il lavoro in rete e la collaborazione professionale tra operatori di più provenienze. Autrice dell’ebook Allattamento e Coccole, Bruno editore  e di Svezzamento Senza Stress, Latte & Coccole. Ho una lunga esperienza personale di allattamento grazie ai miei due figli ormai giovani uomini.


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