Allattamento e asilo nido: una relazione inconciliabile?

E’ iniziato settembre ed è ritornato il solito problema: come gestire il bambino allattato che inizia l’asilo?

Decine di mamme mi scrivono o vengono a trovarmi e si lamentano delle reazioni delle maestre o coordinatrici alla notizia che il bambino è allattato, e/o che non prende ciuccio o biberon. A volte la questione viene già sollevata negli incontri informativi che si tengono in molti asili a giugno, o nei cosiddetti open day. In questi incontri succede che la mamma venga spronata a svezzare dal seno il piccolo, anche già durante l’estate, in modo da non avere “il problema” del seno quando inizierà l’inserimento.

Qualche giorno fa ho lanciato l’argomento sulla mia bacheca di Facebook e si è scatenato un finimondo di commenti.

Mi colpisce vedere soprattutto la vasta gamma di reazioni e trattamenti che mamme e bambini ricevono alla notizia che udite, udite, ancora allattano. E a volte i bambini hanno solo 4 mesi!

Roberta scrive: – Le mie maestre hanno chiesto il ciuccio … e di farlo addormentare da solo nella culla ??????

Claudia: – La mia bambina allattata, quando aveva 24 mesi e poi a 36, le maestre entrambe le volte mi hanno detto che era inutile, che creava rapporto morboso, che era grande e dovevo toglierla! Ovviamente non le ho ascoltate!!! Ho allattato fino a 4 anni e mezzo.

Marina: – Mi dicevano che non accettava certi cibi perché era abituata al latte materno.

Roberta: – Sono un’ostetrica, conosco bene le linee guida e ci tengo molto ad allattare, il problema è che non tutte le educatrici sanno di allattamento e alto contatto… Gaia è andata al nido a 12 mesi, si addormentava solo al seno e in quel caso sono stata tranquillizzata… mi dissero che si sarebbe adattata e così è stato… poi purtroppo le ho cambiato nido… allattavo Gaia (2 anni) incinta di Mattia (erano scioccate), ma il bello è venuto quando non volevano farmi portare Mattia (allattato esclusivamente e a richiesta) a una merenda coi genitori (mi hanno chiesto ogni quanto tempo mangiava e mi hanno detto che tanto non potevo allattare al nido: ho risolto contattando la coordinatrice pedagogica… ora devo inserire Mattia e mi hanno chiesto il ciuccio e di addormentarlo da solo nella culla a casa (non gli basta che di giorno si addormenti nel passeggino… per scelta sua…). Io sono avvilita… P.S.: Quando aveva 3 mesi mi hanno chiesto quando me lo levavo dalla fascia… perché poi glielo dovevo lasciare…

Giulia: – Mi hanno detto di smettere subito altrimenti l’inserimento sarebbe andato male e la bambina avrebbe sofferto il distacco più del normale.

Deb: – A me oggi la maestra ha detto di non associare il sonno col seno per evitare difficoltà a loro nell’addormentamento, dal momento che mio figlio non usa ciuccio e lì hanno tutti il ciuccio. Non lo trovo corretto quello che mi ha detto, proprio perché spetterà a loro trovare il modo di consolare e coccolare creando serenità e quindi rilassamento-sonno.

Deborah: – A me si è presentata la coordinatrice che mi ha puntata mentre ero in un angolino ad allattare la bimba. Dopo essersi sincerata che non fossi intenzionata a portare latte tirato, mi ha detto che da adesso la bimba (6 mesi e mezzo) avrebbe dovuto poppare solo la mattina e la sera, affinché diventasse meno dipendente.

Ci sono anche educatrici che nonostante la “novità” del trovarsi davanti una mamma che allatta “ancora”, e qualche pregiudizio, con la disponibilità e l’ascolto si accorgono che i loro timori sono infondati. Ecco cosa racconta Mirna:

– Nel meraviglioso nido dei miei figli le educatrici hanno inizialmente pensato che potesse essere un ostacolo per l’inserimento, ma, data la loro professionalità e la nostra disponibilità, si sono accorti che non interferiva con l’ambientamento, anzi… Ho anche allattato all’occorrenza all’interno della sezione durante i primi giorni di presenza dei genitori e all’esterno quando venivo a prendere i bambini. I loro timori erano che il bimbo non riuscisse a dormire nel suo lettino al nido senza la tetta. Ovviamente a ogni figlio -tutti e tre sono stati nello stesso nido con educatrici diverse- le mie reazioni sono sempre state più serene e questo ha aiutato. Perciò, anche se non è facile, mi piacerebbe che la mia testimonianza fosse soprattutto a favore del dialogo con le educatrici, perché molto spesso non hanno avuto a che fare con mamme che allattano “così a lungo” e al contrario delle figure sanitarie credo che loro abbiano più scusanti e che possiamo dedicare un po’ di tempo a far loro capire che è importante accogliere quest’esigenza di mamma e bambino.

E Manuela:  

– Le mie maestre hanno chiesto quali fossero le abitudini della bambina. Erano incuriosite, ma non hanno detto nulla contro l’allattamento. Sono state anche disponibili a dare il latte materno intanto che non fosse iniziato lo svezzamento anche a scuola (la cucciola aveva sei mesi). Specifico anche che l’ASL di Torino ha distribuito alle scuole un protocollo per il trattamento e la somministrazione del latte materno nei nidi, e che queste informazioni vengono fornite anche dai consultori.

Spesso, anche nello stesso asilo, ci sono atteggiamenti completamente differenti:

Elisabetta: – A me la responsabile disse che era meglio smettere di allattarlo, perché l’avrei aiutato a staccarsi da me e avrei facilitato loro e il padre in mia assenza. La sua maestra invece si fidò più di me. Ah, mio figlio non ha avuto problemi nell’inserimento,  nella nanna ed è l’unico che mangia tutto..

Ma ci sono anche reazioni totalmente positive (per fortuna aggiungerei):

Ecco alcune testimonianze:

Giuliana: – Mi hanno detto che è una cosa bellissima e che se vorrò potrò portare il mio latte tirato per l’ora della merenda. E che tanto il piccolo troverà con loro una modalità per addormentarsi (con me ninna al seno), quindi di assecondarlo serenamente.

Rebecca: – A me hanno detto che loro non ostacolano l’allattamento e che ogni genitore è libero di crescere il proprio figlio come meglio crede.

Sara: – Quando ho portato mio figlio al nido era piccolino, aveva 8 mesi, ed eravamo solo in tre ad allattare, mi hanno chiesto se volevo tirarmi il latte e portarglielo per la merenda.

Insomma, come mai tanta differenza tra un asilo e l’altro o addirittura all’interno della stessa struttura?

Quando io ho mandato i miei figli a scuola, il problema era limitato a poche mamme, perché eravamo un manipolo veramente sparuto ad allattare dopo i primi mesi, e ad essere ben informate sul tema. Ma negli ultimi anni fortunatamente il tasso di allattamento sta lentamente salendo, seppur partendo molto dal basso, così le reazioni negative ai bimbi allattati sono diventate sempre più frequenti.

Ma perchè mai le maestre si preoccupano quando un bambino è allattato? Quale dovrebbe essere il problema?
Hai letto sopra alcune reazioni riferite dalle mamme. Gli spauracchi più comuni sono che:

– se non abitui il tuo bambino/a al biberon non mangerà mai in tua assenza

– non si addormenterà senza il seno

– i bambini allattati fanno più fatica a ambientarsi all’asilo e piangono di più.

 Sai cosa c’è di vero? Niente!

Il problema è che viviamo ancora in una cultura dove l’allattamento non è ancora ritornato ad essere la norma, e l’immaginario comune riesce a visualizzare al seno al massimo un neonato di poche settimane… ma un bambino che cammina? Quello al massimo se lo ricorda la tua bisnonna, se hai la fortuna di poterle ancora chiedere amarcord di quando era bambina.

Le educatrici e le maestre, come chiunque altro, sono vissute in questa cultura, dove allattare è una cosa che si vede sporadicamente, e anche i loro professori alle superiori o all’università sono cresciuti nello stesso ambiente. L’allattamento è materia di studio molto recente e ancora relegato a poche professioni. Per non parlare della confusione che c’è tra chi ha studiato magari qualche infarinatura di psicologia e cita idee pasticciate e che non corrispondono alle evidenze scientifiche.

Cosa è in grado di affrontare un bambino di pochi mesi o neanche 2 anni? Qual è la reazione normale che dovrebbe avere un mammifero separato dalla madre?
E poi, cosa succede concretamente nella realtà ? Si può portare il latte materno all’asilo? Lo vedremo la prossima settimana.

Ma nel frattempo ti lascio un link a un documento (qui: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2113_allegato.pdf), e una riflessione.
Il link è di una dichiarazione del Tavolo Tecnico del Ministero della Salute sull’Allattamento, dal titolo: Allattamento al seno oltre il primo anno di vita e benefici per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del bambino.
Capisci bene che se si parla di benefici dell’allattamento oltre l’anno, a maggior ragione i benefici saranno gli stessi se non maggiori prima dell’anno…

Nel documento si dichiara che:

“Con una certa frequenza la stampa sostiene l’ipotesi che un allattamento di lunga durata implichi una mancanza di autonomia infantile. Alcuni professionisti sanitari, attribuendo all’allattamento al seno di lunga durata infondate connotazioni negative sullo sviluppo affettivo e sociale del bambino, di fatto incoraggiano l’interruzione dell’allattamento materno, senza considerare pienamente la perdita di un beneficio di salute maternoinfantile. Inoltre alcuni addetti alle cure quotidiane dei bambini presso gli asili nido ne condizionano l’accesso con l’interruzione dell’allattamento al seno. “

 

Ecco, si fa un inciso che riguarda proprio  gli asili nido. Ora, se il Ministero si muove per sensibilizzare le educatrici su questo tema, evidentemente c’è bisogno di un’aggiornamento del personale che si occupa dei bambini nella prima infanzia, che non è sufficientemente preparato sul tema.
Se le opinioni tra le stesse educatrici sono così diverse, e ci sono asili che incoraggiano e promuovono la prosecuzione dell’allattamento, allora il dubbio viene: tutta questa evidenza sulla necessità di smettere per incompatibilità tra inserimento al nido e allattamento non esiste.

Se i Comuni e le ASL, che pure come enti pubblici non brillano spesso in velocità di reazione agli aggiornamenti scientifici, si sono già mossi in molte città, per garantire il diritto delle mamme a portare il proprio latte all’asilo, tutti questi danni per la mancata introduzione del biberon non sono affatto documentati. Per non parlare della troppa dipendenza materna.

Allora, quello che dovremmo promuovere è proprio l’aggiornamento e una educata e sana discussione tra genitori e educatori. Parliamo proprio di questo periodicamente nei nostri incontri a settembre (vedi qui).
Se hai problemi con l’inserimento del tuo bambino/a e con la struttura dove lo stai portando o dovrà andare, vieni a parlarne con me, posso darti informazioni sui protocolli della tua zona, e qualche suggerimento su come instaurare un dialogo con le persone che si occuperanno di tuo figlio.

 

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                                                                                                            Photo credits: http://www.jaxmomsblog.com/babies/the-public-breastfeeding-awareness-project/ 

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