Perchè affidarti alle (nuove) regole è un rischio e non ti aiuta nell’allattamento

Ti ho parlato in questo articolo del motivo per cui oggi sono nate nuove tabelline e regole che vengono proposte alle neomamme come le “moderne e aggiornate” indicazioni per aiutarle ad allattare ma che sono lontane dal cuore, dall’essenza dell’allattamento al seno.

Ti ho parlato del motivo per cui chi come me da più di venti anni lavora in questo campo è molto insofferente a questo nuovo (vecchio semmai, vecchissimo), modo di vedere le cose. Ma voglio dirti di più. Voglio dirti perché le regolette, tabelline, schemi, anche se dicono essere nati a seguito della tale o tal’altra ricerca sulla fisiologia dell’allattamento possono crearti problemi o non aiutarti ad allattare serenamente se non sono inseriti in un contesto e in una comprensione dell’allattamento in generale e soprattutto del TUO allattamento, unico e specifico quale è.

 

Perché affidarti alle (nuove) regole senza avere la comprensione della tua storia di allattamento a 360° è un rischio e non ti aiuta nell’allattamento:

1. perché molte “regole” sono nate prendendo come riferimento e standard il bambino alimentato al biberon e non la fisiologia del bambino allattato al seno a richiesta.  Infatti se pure è vero che come specie abbiamo caratteristiche comuni, c’è poi all’interno di queste caratteristiche comuni una gamma di possibilità e differenze estremamente ampia e variabile. Ogni specifica situazione nella relazione madre-bambino va valutata in questo modo, con tutte le sue peculiari e specifiche caratteristiche di quel momento.  Non si può ridurre a una definizione standard uguale per tutti, perché non siano tutti uguali e identici.

2. perché molte “regole” non sono affatto nuove: sono minestra riscaldata… vecchi pregiudizi riveduti e corretti con nuova terminologia o qualche aggiustamento per “uscire dalla porta e rientrare dalla finestra”. Come per esempio la storia dell’allattare a richiesta ma non prima delle n ore altrimenti chissà che succede: chi la propone è così affezionato all’allattamento a orari – magari senza rendersene conto – che l’idea di allattare davvero senza orologio proprio non gli entra in testa!

2.  perché spesso circolano definizioni o indicazioni scorrette, non aggiornate, o usate nella situazione sbagliata; una per tutte il minimo della crescita settimanale… da ben 10 anni questi valore di riferimento è cambiato ma ancora mi capita di leggere in giro 125 grammi a settimana e dover spiegare che questo valore non è sufficiente secondo le “nuove” curve OMS (nuove si fa per dire visto che anch’esse hanno ormai 10 anni!!).

3. perché una regola o definizione, generalmente, va inserita in un quadro clinico per diventare significativa. Se presa in modo acritico, e soprattutto staccata dal contesto, spesso fa andare totalmente fuori strada e rischi di essere ancora più confusa o interferire con un sereno allattamento; infatti per valutare la situazione non basta un dato solo. L’esempio tipico è la domanda “devo svegliare il bambino?”: ma se sta crescendo bene, non ha nessun problema, perché mai lo devi svegliare? ma al contrario se hai  un neonato che non sta recuperando il peso, non fa abbastanza cacca e pipì e ti stanno minacciando di ricoverarlo, ma certo che lo devi svegliare!

4. perché affidandosi alle regole generali, spesso ci si dimentica o non si prendono nella giusta considerazione i segnali obiettivi, reali, immediati e quotidiani, che il tuo bambino ci manda, e che generalmente danno con molta più precisione informazioni sulla situazione; non hai idea di quante volte vedo mamme che per seguire uno schema piovuto dall’alto, hanno ignorato o pensato di essere loro in errore davanti a segnali estremamente chiari: come quella neomamma che aveva il piccolo con la crescita stentata ma dava il ciuccio e il biberon di acqua (calorie zero!) per “arrivare alle tre ore altrimenti avrà problemi di digestione”.

5. perché spesso la situazione va valutata in modo serio e vanno considerati molti fattori. Per fare questo in modo coscienzioso ci vuole un operatore competente e non basta l’applicazione di una regoletta; la salute e la crescita di tuo figlio sono faccende importanti. Per salvaguardare l’allattamento ti senti sicura ad affidarti solo a un paio di tabelline? Vi sono spesso situazioni che, a guardare un solo dato, sembrano perfette, ma in realtà ci sono altri problemi, e se non andiamo a guardare tutto il quadro, presto l’equilibrio precario salterà.

6. perché quando segui solo la regola non stai affinando la tua relazione col tuo bambino. E questo per me è molto molto importante. Per l’allattamento e per la tua “formazione” come madre in tutti i sensi. Non stai imparando a fidarti del vostro “sistema” mamma/figlio, del vostro dialogo quotidiano. Stai delegando. Ma allattare è molto personale: solo chi ti ascolta con molta attenzione e dedicandoti molto tempo, e conosce davvero sia la fisiologia della lattazione che la sua gestione con le innumerevoli sfumature, può avere un quadro di quello che succede in 24 ore/7 giorni su 7 di relazione e darti consigli davvero mirati.

7. perché rischi che se tu e tuo figlio siete l’eccezione che conferma la regola, o semplicemente stai usando parametri sbagliati per voi due, probabilmente andrete fuori strada. E spesso questo significa, nella migliore delle ipotesi, che stai vivendo con ansie inutili un allattamento che comunque procede bene, ma nella peggiore che stai facendo azioni o non correggendo situazioni che portano al fallimento dell’allattamento. Ne vale la pena per restare affezionati a facili semplificazioni?

 

Se non facciamo veramente nostra -profondamente – la consapevolezza che il nostro corpo SA, che il nostro bambino SA, che davvero non c’è nessuna regola a priori, andiamo a cercarci “altre” regole chde ci fanno credere che stiamo facendo le cose giuste. Infatti, se non ci fidiamo di noi, andiamo a inseguire altre fonti di rassicurazione. All’inizio allattare e accudire un bambino sembra davvero un caos :). Se le fonti sono fatte a forma di tabella, schema, numeri in sequenza, sembra che mettano ordine e per molte persone abbiano ancora più “autorità”. Sicuramente sono facili da capire e applicare, ma è proprio il fatto che siano così semplici e generiche che dovrebbe insospettirci.

Infatti spesso  sono riduttive semplificazioni che non tengono conto di molte variabili fondamentali, o non sono applicate nel contesto giusto, o non sono sufficienti. Per non parlare, come dicevo sopra, delle regole spacciate per vere e che non lo sono affatto per l’allattamento.

Forse tu e il tuo bambino meritate di avere qualcosa di più di una regoletta applicata frettolosamente. Forse meritate di essere considerati per quello che siete: unici e irripetibili. Di essere ascoltati con attenzione e rispetto.

Certo, molte situazioni sono comuni e frequenti, ma il rischio che la tua situazione venga fraintesa, e le soluzioni che ti vengono date siano sbagliate per te, o per il tuo bambino, o per quel preciso momento o evento, è molto alto.

Meriti di scoprire che puoi fidarti di te stessa e del tuo bambino, magari affiancata, certo, magari con un po’ di aiuto in un momento particolare in cui sei in difficoltà. Infatti parlando accuratamente della tua storia di allattamento con una consulente, puoi sviscerare quello che non va o non ti risuona, e capire insieme a lei cosa davvero aspettarti dal tuo allattamento, e se c’è davvero qualcosa che non va, individuarlo e apprendere le strategie per risolvere il problema.

E… prima o poi puoi prendere il volo e navigare con sicurezza e serenità da sola. Senza schemi, tabelline, o regole. Solo ascoltando te stessa e tuo figlio.

 

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