Perché non è meglio che mi venga consigliata una marca di latte artificiale?

Se hai ricevuto il libretto di dimissioni del tuo bambino con l’indicazione di una marca di latte artificiale, o ti è stata data una “ricetta” con l’indicazione del latte da dare a tuo figlio, potresti pensare che questo consiglio sia stato fatto per qualche motivo medico, ma non è così, e questa indicazione è una violazione (leggi qui).

Il latte artificiale (il cui nome più corretto è “formula”) è un salvavita per i neonati non allattati, perché nessun altro latte, animale o vegetale, ha le caratteristiche specifiche del latte umano per gli umani e ogni altro sostituto è ancora più inadatto per la crescita dei neonati. Quindi nell’arco dell’ultimo secolo, partendo da una base vaccina (perché il latte di mucca? non perché sia il migliore, ma in quanto più disponibile dovunque a basso costo), la tecnologia ha cercato di ovviare alle differenze marcate che lo rendevano, così com’è, inadatto all’alimentazione di un lattante che deve crescere solo grazie ad esso. Lo hanno modificato via via sempre più, togliendo componenti che non vanno bene per il cucciolo umano, e aggiungendone altre per simulare quelle che contiene il latte umano.

Quando la ricerca scientifica dimostra che un certo elemento è indispensabile e necessario, o al contrario fa male, altrimenti ci può essere un danno o un deficit per i bambini che lo assumono, allora enti indipendenti e internazionali indicano questa necessità e tutti i produttori di latte in formula sono obbligati, ovviamente aggiungerei, a modificare le filiere di produzione per adattarsi alle nuove evidenze scientifiche. In Europa c’è quindi un Ente unico, l’Espgan, che gestisce il Codex Alimentarius, insieme di norme che fissano cosa deve esserci o non esserci in tutte le formule.

Quindi tutti i latti artificiali devono contenere le stesse cose entro determinati livelli minimi e massimi, e se a un certo punto una marca aggiungesse qualcosa che scientificamente si dimostri di reale utilità o necessità, TUTTI sarebbero obbligati ad adeguarsi!

Le presunte qualità migliori della marca YYY o XXX sono strategie di mercato, modi in cui attraverso la pubblicità (di latti 2, attenzione, perché la legge italiana che ha recepito il Codice solo parzialmente, vieta di fare pubblicità ai latti 1… ci avevi mai fatto caso? Anche questa è una strategia) la ditta YYY o XXX cerca di convincerti che è meglio comperare il proprio latte.

Se invece la pubblicità non fosse affatto possibile, nessun ospedale o medico ti suggerisse una marca, come ti regoleresti per acquistarlo? Bè, come fai per tante altre cose, chiedendo a chi lo usa, o magari col prezzo… e questo ti permetterebbe di scegliere liberamente e spesso anche risparmiare un sacco di soldi, perché tantissime volte ho sentito genitori lamentarsi del fatto che avrebbero volentieri comperato un altro latte in quanto quello che dovevano comperare costava un occhio della testa. Oppure guardando come il bambino lo tollera, perché ci sono anche bambini che si trovano meglio con uno piuttosto che con un altro. Cioè faresti le scelte liberamente e secondo i tuoi personali criteri, invece di essere indotta da pratiche di marketing scorrette a credere che solo una marca va bene per il tuo bambino.

Io sono consulente in allattamento, quindi è chiaro che mi piacerebbe che nessuna di voi dovesse ricorrere al latte artificiale, ma se lo devi o vuoi usare, allora difendi i tuoi diritti di consumatore consapevole!

Esiste una legge, ribadita con una Circolare del Ministero della Salute fin dal lontano 2000, che dovrebbe servire alla nostra tutela come consumatori, e che è stata negli anni e ancora viene quotidianamente disattesa come dimostrano i libretti di dimissioni allegati (grazie mamme per avermeli mandati!). La legge è del lontano 1994, ed oggi è stata aggiornata dal DM 82 del 2009, che puoi trovare qui: http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/dettaglioAtto?id=29174&completo=true , oppure cerca sul sito di saperidoc sulla parte della protezione dell’allattamento.

Questa pratica è oltremodo scorretta dato che utilizza gli operatori della salute, che hanno ovviamente autorevolezza agli occhi delle neomamme e neopapà. Un ospedale, a maggior ragione se pubblico, non dovrebbe diventare strumento di marketing per produttori di latte, cremine, biberon o quant’altro.
Il latte artificiale dovrebbe essere suggerito solo dopo un serio lavoro di promozione dell’allattamento e solo quando davvero necessario. E non come “ciambella di salvataggio” per presunte future difficoltà che ancora non si sono presentate. Oppure se ci sono davvero difficoltà, prima la mamma dovrebbe essere inviata a un operatore competente in risoluzione delle problematiche, che spesso lavora anche in allattamento misto: se serve serve! Ma nell’ottica di salvare l’allattamento, se ciò è possibile (nel 99% dei casi).

Come facciamo allora a difendere i nostri diritti di consumatori?

Scrivi!

Intanto scrivi all’ospedale o medico che ti ha suggerito il nome del latte artificiale. Cita il Codice e esprimi il tuo/vostro disappunto. Informali che non gradisci essere oggetto di pratiche di marketing scorretto. Spesso tra l’altro gli operatori non conoscono il Codice e il DM e si prestano inconsapevolmente a questa pratica! Informa anche loro!

Poi informa anche la ASL, se la violazione è avvenuta all’interno di una Azienda Sanitaria Locale, e all’IBFAN, che si occupa di protezione dell’allattamento e monitoraggio delle violazioni del Codice.

Siamo noi che possiamo incoraggiare questo mondo a migliorare!

 

Alcuni esempi di violazioni della legge e del Codice (un sentito grazie alle mamme che hanno aderito all’appello per la raccolta di questi esempi!):

P.S. Leggendo questi libretti ci sarebbero molte altre cose da dire… intanto il sistema è esteso spesso anche ad altri prodotti (cremine per il cambio pannolino, medicazione del cordone ombelicale, ecc) e poi sorvoliamo su certe info che ancora vengono indicate!


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